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Castello di Carlo V
 
Descrizione
In posizione panoramica 
nell'antica acropoli di Crotone, il castello di Carlo V, come lo 
chiamano, è una costruzione massiccia, con due torrioni dai barbacani 
ogivali che lo rendono ancora più imponente. 
La prima edificazione, 
probabilmente ad opera dei Bizantini, risale al IX secolo, nell'area 
dell'antica Akropolis di Kroton, allo scopo di difendere il territorio 
dalle invasioni straniere. 
Con la dominazione normanna nel XI 
secolo, il castello fu rafforzato da Roberto il Guiscardo, maggiormente 
fortificato durante il dominio svevo, con Federico II di Svevia e, 
ancora rimaneggiato in età angioina, per volere di Carlo d'Angiò. 
Quest'ultimo ordinò, tra il 1270 e il 1271, di riparare tutte le torri 
del castello. 
La pianta era di forma pentagonale, e presentava 5 
torri sui vertici del perimetro. In età aragonese, fu Carlo V che 
modificò sostanzialmente la struttura architettonica del castello, tanto
 da associarlo per sempre al suo nome. 
Le fortificazioni, in quel 
periodo, versavano in pessime condizioni, pertanto furono sottoposte non
 solo ad un recupero strutturale, ma soprattutto modificate in "moderne 
fortificazioni" per essere adeguate alle nuove armi da fuoco. 
A tal 
fine fu il Vicerè di Napoli, Don Pedro di Toledo, che incaricò 
l'architetto italiano Gian Giacomo dell'Acaya di redigere un nuovo 
progetto per trasformare il maniero in una delle più possenti fortezze 
militari d'Italia. 
Il Castello da un impianto pentagonale di derivazione
 federiciana, viene trasformato in forma quadrata. 
All'interno di 
questo nuovo perimetro fu rinchiuso parte dell'antico castello e 
inseriti tre torrioni angolari in bastioni pentagonali risegati e 
speronati, uniti ai due torrioni cilindrici da megalitiche muraglie a 
cortina cordonate. 
Per la scarsezza dei materiali edilizi furono 
utilizzati i resti della città greca, delle vecchie mura e degli avanzi 
di case dirute. 
L'accesso al castello era garantito da un ponte 
levatoio, in parte fisso, in muratura, ed in parte mobile, in legno che 
sormontava un fossato, e conduceva alla porta principale inserita in una
 torre a forma di piramide tronca.
All'interno del castello si 
trovavano: la Chiesa di san Dionisio, la Chiesa Nuova e la Chiesa di San
 Carlo, l'alloggio del castellano, i magazzini dell'artiglieria, una 
caserma per le donne ed una prigione detta "La Serpe". 
Col 
perfezionamento delle armi da guerra il castello perde la sua importanza
 strategico-militare e nel corso del secolo XIX venne parzialmente 
smantellato nella parte superiore, anche a seguito di danni subiti per i
 frequenti terremoti. 
Infatti il terremoto del 1832 provocò il crollo 
della chiesa di S.Dionigi e della scala che conduceva alla Torre 
Marchesana; quello del 1873 lesionò in modo evidente la Torre 
marchesana, tanto da ordinarne la demolizione per motivi di sicurezza, e
 infine quello del 1895 arrecò danni tali da costringere ad eseguire 
alcune demolizioni sulla spianata superiore del bastione S.Maria. 
Alla 
fine dell'800, perduta la sua funzione strategica, il castello passò 
dall'Amministrazione militare al Demanio dello Stato. 
Nel 1960 il 
Genio Civile ha ricostruito la cortina sud, e nel 1990 la Soprintendenza
 per i beni A.A.A. e S. ha curato il restauro della Torre Aiutante. 
Successivi lavori di restauro hanno interessato il castello e 
principalmente la Torre Comandante e la Torre Aiutante. Nel 2011 la 
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha messo in luce 
nel fossato, la base della grande torre quadrangolare detta "della 
manovella", con la quale si sollevava il ponte. Attualmente il Castello è
 un'area monumentale ed ospita una biblioteca e un piccolo Museo Civico,
 inaugurato nel 1987, e allestito nella Torre Aiutante.
fonte:assessorato alla cultura Calabria

 
						